INTERVENTI SENOLOGICI IN ANESTESIA LOCALE O GENERALE ?


Marc Chagall, Untitled, 1960c, Litografia.

Marc Chagall, Untitled, 1960c, Litografia.

A molte donne che debbono essere sottoposte a chirurgia conservativa della mammella (quadrantectomia associata o meno a biopsia del linfonodo sentinella) i chirurghi, tra cui il sottoscritto, propongono sempre più spesso una anestesia locale associata a sedazione farmacologica più o meno profonda.

Tali modalità anestesiologiche si potrebbero prestare a varie discussioni e inoltre, al di là degli atteggiamenti personali, non sono sempre riproducibili alla stessa maniera in tutte le strutture in quanto debbono avvalersi della presenza di anestesisti di riferimento addestrati e collaborativi.

In generale è preferibile effettuare l’intervento in anestesia locale con sedazione:
– di necessità quando la paziente non tollera l’anestesia generale;
– su richiesta (sempre legittima) della paziente, specie se gli elementi clinici raccolti non sono convincenti;
– su proposta del medico quando vi è già stata una anestesia generale e non se ne vuole attuare un’altra;
– quando vi è stato un altro intervento in anestesia locale che è stato ben accettato;
– quando il medico è ragionevolmente convinto che la paziente sia ragionevolmente convinta…

L’intervento in anestesia locale con sedazione è preferibile in quanto:
– generalmente favorisce (ed è favorito da) un buon rapporto personale con la paziente;
– la compliance (ossia l’adattamento) è quasi sempre migliore;
– la degenza è sicuramente più breve;
– i tempi di copertura anestetica sono generalmente lunghi e l’effetto sul dolore locale è più condizionato dalla densità dei tessuti che dalla durata dell’intervento.

Come già detto, molto dipende anche dai convincimenti personali e dalla capacità di saperli trasmettere, mentre gli aspetti relativi alla spesa sanitaria e/o alla mancanza di letti sono poco influenti.

Di certo bisogna offrire:
– una adeguata informazione (anche scritta) che dimensiona le aspettative della paziente;
– poiché l’esigenza di una degenza più prolungata è in relazione con la percezione che questa garantisca una assistenza più adeguata e protetta, occorre garantire un preciso supporto assistenziale postoperatorio (contatto telefonico a poche ore dalla dimissione, disponibilità personale per le emergenze…);
– infine, ma non per ultima cosa, l’anestesia locale favorisce un migliore rapporto della paziente con il medico, soprattutto se questi è capace di trasmettere un senso di efficacia.

Una piccola indagine sul grado di soddisfazione ha evidenziato una grande soddisfazione nel 65% dei casi e una moderata soddisfazione nel 25% dei casi. Nel 10% dei casi la donna non è stata soddisfatta o avrebbe comunque preferito un ricovero con anestesia generale. Più o meno la stessa percentuale di persone (10%) sconsiglierebbe questo tipo di anestesia ad una amica che eventualmente dovrebbe subire lo stesso intervento. Risultati, questi, che potrebbero essere migliorati con la pratica e con una migliore collaborazione dei colleghi anestesisti.

Sull’anestesia locale vi è da dire che non elimina le spiacevoli sensazioni dovute agli stiramenti muscolari e nervosi, ed è quindi indicata soprattutto negli interventi brevi e poco traumatizzanti che non richiedono dissezioni estese. Sempre in relazione agli stiramenti muscolari e nervosi, un ruolo molto importante rimane quello della accuratezza chirurgica. Se per Auguste Nélaton vi sono due tipi di chirurghi :i carnivori che strappano, lacerano e schiacciano i tessuti, e gli erbivori che li dissecano delicatamente, allora l’anestesia locale non è indicata per i chirurghi carnivori…

Sulla degenza breve vi è da aggiungere che:
– il vantaggio pratico ed economico non deve condizionare la scelta dell’anestesia;
– anche dopo anestesia generale è possibile dimettere la paziente il giorno successivo;
– degenza breve non vuol dire minore assistenza ma assistenza diversamente distribuita prima, durante e dopo l’intervento;
– in definitiva l’impegno per il medico non è minore ma al contrario maggiore.

Per concludere, si può sostenere che l’anestesia locale è altrettanto efficace dell’anestesia generale e quindi l’anestesia generale è altrettanto efficace dell’anestesia locale, per cui i due tipi di anestesia debbono essere presi in considerazione in eguale misura e senza pregiudizi. Saranno l’esperienza personale e i risultati a favorire le anestesie meno invasive.