Senza di loro nemmeno io
Appunti su incontro, abbraccio, carezza
In un dialogo continuo con filosofi, poeti e artisti, Alfonso Pluchinotta affronta le relazioni umane soffermandosi sull’incontro tra individui, dove “incontro”, qui, ha un significato attivo e, forse, inattuale: nell’incontro si condivide qualcosa di prezioso che ci permette di cambiare la nostra prospettiva sulla vita per capirla e capire meglio noi stessi.
Non creda il lettore di essere escluso: a lui viene chiesto di perdersi in queste pagine – una sorta di locus amoenus del pensiero – in compagnia di una moltitudine di voci che lo guideranno nell’esplorazione di un’umanità in apparenza atrofizzata, ma che la “scoperta” dell’intimità e dell’empatia può rivitalizzare.
Bisogna essere leggeri come il gabbiano, e non come la piuma.
(Paul Valery)
Nel romanzo di Milan Kundera L’Insostenibile Leggerezza dell’Essere è in realtà un’amara constatazione dell’Ineluttabile Pesantezza del Vivere che è insita nella fitta rete di condizionamenti pubblici e privati che finiscono per avvolgere ogni esistenza con nodi sempre più stretti. Se tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile, quanto peggiore è la situazione in caso di circostanze pesanti e indesiderate, come la malattia?
Scrive Italo Calvino ne La Leggerezza (Lezioni Americane): “Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro…”
Calvino punta alla concretezza e ci suggerisce una formula efficace per quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, troppo spesso rumorosa, aggressiva, inarrestabile: sollevarsi dalla pesantezza del mondo togliendogli peso, alleggerendosi. La leggerezza diventa quindi un valore anziché un difetto, anche perché non è la leggerezza casuale della piuma ma quella determinata del gabbiano.a, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro…”
Da qui al libro di Richard Bach Il gabbiano Jonathan Livingston il passo è breve. Jonathan è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani, per i quali volare non è che un mezzo per procurarsi il cibo, e impara a svolgere il volo come atto di perizia e di intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore nonostante i pregiudizi degli altri; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica: una specie di maestro spirituale semplice e istintivo ma non per questo meno efficace nel suo insegnamento.
Per togliere peso e volare più in alto ci vuole forza. Una forza che diventa valore laddove ci viene dalla trasformazione delle nostre debolezze: essere consapevoli dei propri limiti; volere cercare i significati che non conosciamo, non lasciarsi scoraggiare e vincere le paure, voler superare ogni apparenza oltre la quale potremmo vedere, come in uno specchio, la nostra anima.
In realtà, anche noi, come in Montale (Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo), sappiamo di più quello che non siamo. Persone che parlano troppo. Persone che sognano troppo. Persone che sono troppo sicuri. Insomma, non vorremmo essere troppo di nulla. Il ‘troppo’ è un peso di cui vorremmo liberarci.
Non sembra, ma questo è un sito di medicina, anzi di senologia oncologica. Potrebbe stupirsi chi ritiene che la medicina sia una competenza scientifica senza riflettere che è anche una scienza umana dietro la quale vi sono individui il risultato del cui lavoro dipende anche, in maniera più o meno consapevole, della cultura e degli atteggiamenti. La cultura di medici non deve essere incentrata solo sulla malattia e sulle sue possibili conseguenze, ma deve costruire insieme alle diverse forze sociali una cultura della salute fondamentale per la qualità della vita, deve creare un linguaggio chiaro e “in positivo” per limitare l’inevitabile costo psicologico dovuto alle incertezze della diagnosi e alla scarsa comunicazione con i medici.
Nella senologia oncologica la comunicazione è importante e bisogna lavorarci molto, soprattutto sui fantasmi della malattia. Anche solo un dubbio è capace di suscitare situazioni angoscianti e poiché le reazioni psicologiche avvengono a catena, bisogna che le donne vengano sostenute, se possibile, prima ancora che si scatenino i meccanismi di angoscia. I medici debbono avere fiducia nella scienza e debbono sentirsi abbastanza sicuri, per loro stessi ma anche per poter trasmettere alle donne una maggiore sicurezza. Per i suddetti motivi, per alleggerire e rendere ‘sostenibile’ il nostro voler essere sani, questo sito privilegerà le informazioni pratiche sulla salute senza addentrarsi molto sulle nozioni della malattia e del suo trattamento, già ampiamente trattate in altri siti più qualificati del nostro (v. link); informazioni che hanno solo finalità divulgative educative, destinate comunque ad incoraggiare, e non a sostituire, le relazioni esistenti tra paziente e medico. Va da sé che non costituiscono pertanto motivo di autodiagnosi o automedicazione: in caso di sintomi clinici è sempre necessario rivolgersi ad un medico.
P.S.: Questo sito non è in alcun modo finanziato da enti terzi, da organizzazioni commerciali o da sponsor esterni. Non contiene nessuna forma di pubblicità e non appartiene ad alcuna azienda pubblica o privata. Il Dr. Alfonso Pluchinotta finanzia e supporta interamente questo sito a titolo personale. Egli e i suoi collaboratori non si assumono responsabilità per danni a terzi derivanti da uso improprio o illegale delle informazioni riportate o da errori relativi al loro contenuto.