a Gianni C.


Fernand Leger, Sans titre,1952

Fernand Leger, Sans titre,1952

Qualcuno potrebbe trovare curiose alcune immagini artistiche che appaiono in questo sito. Eppure la presenza dell’arte non è casuale. Di seguito alcune considerazioni personali.

Auguste Rodin sostiene che l’arte è il piacere di uno spirito che penetra la natura e scopre che essa ha un’anima; è la più sublime missione dell’uomo poiché è l’esercizio del pensiero che cerca di comprendere l’universo e di farlo comprendere.

Ancor di più mi piace immaginare che il senso artistico, la propria arte, consista, oltre che nell’interpretare in maniera personale, nel tener vivo il senso di meraviglia e di stupore, quello spirito disincantato e libero che supera le convenzioni formali e le interpretazioni razionali.

Al mare, in montagna, nei boschi le differenze tra i vari paesaggi sono poche, ma vi è una gran differenza nello spirito di chi guarda. Pensate ai disegni dei bambini, così poveri di soggetti ma così estremamente diversi tra loro rispetto a quello che un adulto ‘razionale’ saprebbe concepire.

Anche se talvolta saremmo portati ad avere delle espressioni molto semplici e particolari, abbiamo paura di apparire ‘infantili’ sollecitati come siamo ad agire con razionalità; inoltre, secondo una certa concezione snobistica, il senso di meraviglia di fronte alle cose comuni sarebbe una caratteristica dei ceti sociali più ingenui e sprovveduti

Eppure sentiamo spesso il desiderio di rinnovarci, di credere a coloro che ci propongono delle novità, anche se sappiamo che in realtà non lo sono del tutto, di rappresentare in modo personale le cose di tutti i giorni. Invece, un po’ per abitudine, un po’ per rispetto delle convenzioni, ci manca il coraggio di fare questo esercizio mentale (o sentimentale?) che ci arricchirebbe e ci rinnoverebbe di continuo.

Cercare di acquisire un proprio sentimento artistico significa ricercare un equilibrio tra ragione e sentimento, senza cedere eccessivamente all’uno o all’altro. Parliamo del sentimento attivo, non tanto quello che siamo capaci di percepire intimamente, ma quello che è capace di modificare le nostre espressioni ed i nostri atteggiamenti.

Scienza ed arte, o, se vogliamo, ragione e sentimento, non sono comunque due campi contrapposti su cui cercare probabili ma difficili equilibri, ma due forze ‘alleate’, come afferma Pascal quando sostiene la perfetta alleanza tra cuore e ragione.

Di certo la scienza rassicura, e conosciamo tutti il bisogno che sentiamo di avere delle sicurezze. Al tempo stesso la scienza rappresenta un limite perché non tiene conto dell’individuo come tale.

Il sentimento, e in questo caso il nostro personale senso artistico di interpretare, è fatto invece per turbare e se anche rappresenta il luogo della perfetta libertà, ci lascia comunque insoddisfatti per la mancanza di definiti confini.

Inoltre, chi agisce secondo il proprio sentimento, spesso non è compreso, o comunque ha paura di non esserlo. Una paura che tuttavia non dovremmo avere. Il nostro senso artistico, questa personale elaborazione delle nostre espressioni in conformità ai nostri sentimenti, si deve proporre agli altri come un atteggiamento fatto per essere sentito e non per essere necessariamente compreso.