APPUNTI DI CRITICA ARTISTICA


 

Marcel MARIEN, La lecture défendue, 1983

Marcel MARIEN, La lecture défendue, 1983

Marcel Marien è un artista surrealista ed abbiamo voluto per questo associare la sua foto alla poesia, Ci sono sembrati adatti i versi di Ada Merini (La vita facile, 2001): (…) tu ragazza bionda, che hai due mani perfettibili, un seno incerto e gambe forse perspicaci, sai benissimo che gli specchi vivono nelle nostre parole. (…) Perché, credetemi, nessuna reale bellezza si è mai riflessa in uno specchio./ / Ora domando a te, ragazza stupenda, che nesso ci sia tra il genio, la parola e lo specchio e se non valga la pena di mandarlo in frantumi una volta per sempre. Perché, checché se ne dica, anche l’anima ha i suoi riflessi d’argento.

L’anima ha i suoi riflessi d’argento? o è trasparente come il cristallo? come si legge nei versi di Pedro Salinas:  Come cristallo ti voglio,/ tu sei nitida e chiara./ Per contemplare il mondo,/ attraverso di te, puro,/ di fuliggine o bellezza,/ come lo inventa il giorno./ La tua presenza qui, sì,/ dinanzi a me, per sempre,/ ma per sempre invisibile,/ senza vederti e vera./ Cristallo. Specchio, mai!

Specchio o cristallo? Metafora dei tanti dualismi entro cui si svolgono i dibattiti. Per inciso, anche il seno trova nei dualismi una sua collocazione adeguata considerando che il termine ‘seno’ affascina per il suo rimandare a significati opposti: insenatura e al tempo stesso sporgenza. E’ da questa duplicità tra pieno e -al tempo stesso- vuoto che nasce il suo potere altamente evocativo.

Cristallo o specchio? E non solo sulla bellezza, e non solo sui sentimenti… Qualcuno ha detto che abbiamo bisogno di coloro che sono come una finestra spalancata sul mare (cristallo) e non come uno specchio della nostra noia. Specchio o cristallo? Chissà, forse Giorgio Gaber avrebbe detto che lo specchio è di destra e il cristallo di sinistra...

Ma ritornando ai versi di Merini: che nesso vi è tra il genio, la parola e lo specchio? Se lo specchio è la riproduzione della forma, genio e parola sono prerogativa della fantasia. Partendo da una tale -arbitraria- considerazione e tenendo conto che il seno viene -arbitrariamente- valutato come un emblema della bellezza femminile, ci vengono in mente le parole di Marcel Proust: lascio le donne belle agli uomini senza fantasia.