CULTURA DELLA SALUTE, CULTURA DELLA MALATTIA


Jerome.Martin Langlois, Sans Titre, 1810c

Jerome.Martin Langlois, Sans Titre, 1810c

I medici sono troppo condizionati dalla loro pratica con le malattie che contribuiscono a creare, anche se involontariamente, una vera e propria cultura della malattia invece che una più utile cultura della salute.

Che i tumori al seno siano un potenziale serial killer e che la diagnosi precoce favorita dalla mammografia sia efficace ormai è dominio di (quasi) tutte le donne. Ugualmente si sa che in caso di malattia gli interventi sono più conservativi, che in alcuni casi è necessaria la mastectomia comunque associata ad una ricostruzione immediata, che la mortalità è diminuita… I risultati clinici si vedono e sono incoraggianti, anche se non è tutto semplice perché vi è una grande diversità di situazioni, sia per come la malattia si manifesta che per il diverso valore dei singoli esami nelle diverse persone.

Gli accertamenti strumentali permettono di ottenere un controllo della situazione e aiutano soprattutto se sono incentrati sulla salute (ossia controllo che non vi sia niente di preoccupante) più che sulla malattia (ossia accanimento alla ricerca di un tumore che molto probabilmente non c’è ma potrebbe esserci).

Per una cultura della salute, i medici dovrebbero lavorare non solo sui dati clinici di loro competenza ma, attraverso un minimo di comunicazione e in diverse occasioni che si presentano loro, anche sui possibili fantasmi della malattia. Dovrebbero non solo intervenire sulle persone malate ma aiutare le persone sane a mantenersi tali con i controlli.

In particolare gli esiti delle visite e degli accertamenti, soprattutto quando non vi è nulla di anormale, debbono essere chiari, semplici, senza descrizioni inutili se non contraddittorie: sento qualcosa ma non è nulla di importante…, vi sono linfonodi ma sono assolutamente normali…, l’esito è invariato rispetto all’anno scorso ma rifacciamo l’esame tra sei mesi…, c’è solo una piccolissima cisti che però non dovrebbe avere importanza, veda lei se vuole fare un agoaspirato (?!?)…

Bisogna tener conto che la maggior parte delle donne sono sane ed effettuano i controlli solo per scrupolo. Ad esse bisogna saper comunicare che alcuni aspetti clinici sono compatibili con la normalità, con il tipo costituzionale di seno, con le variazioni ormonali… senza ricorrere a facili quanto generiche etichette: mastopatia fibrocistica, seno ‘difficile’, per il momento non c’è nulla ma…., per la familiarità (una nonna anziana?!) le consiglio…

In presenza di una qualche incertezza debbono tener conto che la donna che solo ha il sospetto di una malattia tumorale vive questa situazione come se la malattia vi sia già.

Se poi i sospetti sono fondati debbono tener conto che le reazioni psicologiche avvengono a catena e bisogna che la donna venga sostenuta già nella prima fase, prima che si scatenino i meccanismi di angoscia.

Bisogna abbattere il costo psicologico che anche i più semplici controlli potrebbero inevitabilmente creare, creando una cultura della salute che è fondamentale per la qualità della vita. I medici non debbono alimentare le paure ma debbono avere essi stessi -e saper trasmettere alle donne- una maggiore fiducia nella scienza e quindi una maggiore sicurezza.