NOTE DI ORDINARIA MALATTIA (1)


notebookE’ difficile accettare l’idea che la malattia possa far parte della vita, soprattutto se essa ci riguarda personalmente. Eppure, per quanto straordinaria, dovremmo fare della malattia una condizione ordinaria o per lo meno accettabile. Una piccola serie di brevi annotazioni letterarie e saggistiche – a cadenza settimanale – preziosa per originalità e importanza degli autori.

Cominciamo dalla scrittrice inglese Virginia Woolf con un Panorama sulla malattia

Considerato quanto sia comune la malattia, di quali proporzioni il mutamento spirituale che essa produce, quanto stupefacenti, allorché le luci della salute si spengono, i territori vergini che allora si dischiudono, quali lande deserte dell’anima esponga un piccolo attacco di influenza, quali precipizi e prati, sparsi di vividi fiori, riveli un minimo aumento della temperatura, quali antiche e resistenti querce siano sradicate in noi dall’atto della nausea, come precipitiamo nel pozzo della morte e sentiamo le acque della dissoluzione chiudersi sopra le nostre teste e ci svegliamo pensando di trovarci alla presenza degli angeli e degli arpisti quando ci tolgono un dente e ritorniamo alla superficie nella poltrona del dentista e confondiamo il suo «Sciacqui la bocca, sciacqui la bocca» con il saluto della Divinità che, chinandosi, ci dà il benvenuto in Paradiso – quando pensiamo a tutto questo, come spesso siamo costretti a fare, appare davvero strano che la malattia non figuri insieme all’amore, alle battaglie e alla gelosia tra i temi principali della letteratura.

Virginia Woolf, Sulla Malattia, Milano, Bollati Boringhieri, 2006.