LA PAURA DI AVERE PAURA (3)


Nuova immagineCome in Note di ordinaria malattia, vogliamo affrontare il tema della paura, divenuta anch’essa ordinaria, come per alleggerirla. Pure per questa serie utilizzeremo brevi ma preziose annotazioni letterarie e saggistiche (volutamente senza commenti) che verranno pubblicate a cadenza settimanale.

Continuiamo con un testo di Stephen King su La paura di esprimersi sulle cose importanti “per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare”.

 

Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più di questo vero?. Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via . E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Questa è la cosa peggiore secondo me, quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti, ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.

Stephen King, Stagioni diverse, Milano, Sterling&Kupfer, 1987.

The most important things are the hardest to say. They are the things you get ashamed of, because words diminish them — words shrink things that seemed limitless when they were in your head to no more than living size when they’re brought out. But it’s more than that, isn’t it? The most important things lie too close to wherever your secret heart is buried, like landmarks to a treasure your enemies would love to steal away. And you may make revelations that cost you dearly only to have people look at you in a funny way, not understanding what you’ve said at all, or why you thought it was so important that you almost cried while you were saying it. That’s the worst, I think. When the secret stays locked within not for want of a teller but for want of an understanding ear.