Ancora una volta il mio biglietto di auguri per l’Anno Nuovo, il 2014, farà a meno delle belle parole che tutti vogliono sentirsi dire ma, che hanno il sapore dolciastro ed effimero della circostanza. Bisogna rimboccarsi le maniche, si sa, e forse per questo ho scelto i versi poco noti della Ballata oscura di Nasos Vaghenàs, un poeta greco contemporaneo.
Anche se sconfinata ho la pazienza
e la mia tolleranza è certo immensa,
mi ha stufato la libera morale:
le biondone col seno artificiale,
le auto senza il tetto, da ricconi,
e gli stimoli, i saldi, le occasioni.
M’affliggono i pensieri alati e vieti
di chi ripesca verbi desueti,
e l’indistinta generosità
che confonde il diverso, e va al di là
di fatti elementari che (a ragione)
distinguono la brace dal carbone.
Ho ribrezzo di ciò che è ben tornito
e luccicante, nonché del vagito
della bellezza tinta, che non prende.
Ho invidia degli eroi delle leggende.
Sanno che moriranno, eppure insistono,
straordinarie prede dell’esistere.
Anima mia, scuoti il sonno dal viso,
getta via gli indumenti di Narciso.
Alzati dalla fonda tua poltrona,
dirigiti nell’occhio del ciclone:
dentro il cuore del buio, l’infinito
ti aspetta in premio, fulgido e sbiadito.