In precedenza: (1) Quando la mano si fa voce (2) La carezza è risveglio dei sensi – (3) Non sempre le parole riescono a raggiungerci – (4) Per il bambino la carezza è formazione – (5) Il nostro Io pensante emerge attraverso la pelle – (6) La carezza ci conduce all’idea dell’infinito – (7) La carezza è apertura mentale alle singolarità dell’altro. A seguire: (9) La carezza è naturalezza che scorre fluida – (10) La metafora della carezza costruisce la pace – (11) Senza carezze viene meno la speranza – (12) La carezza lotta contro l’indifferenza.
Il presente che fugge si immobilizza nell’eternità dell’attimo, in quel punto in cui si realizza il contatto, si raccoglie tutto il tempo che “la carezza trattiene”, come come scrive Salvatore Natoli parlando dei versi di Rilke: “Gli amanti riposano nel loro abbraccio, da esso non vorrebbero mai disciogliersi, in esso rimangono come sospesi, in quel contatto toccano l’eternità. Ma cos’è l’eternità? Quando tutto si raccoglie in un punto solo, ogni cosa si risolve nella brevità dell’attimo, l’attimo diviene tutto, e dispare il tempo… L’attimo è una porta che si apre sull’eterno. Certo. Tuttavia ciò non esclude che l’eterno lo si possa intendere non tanto come un qualcosa che sussiste in sé, ma come una diversa coscienza del tempo o, comunque, come un modo diverso di fare esperienza. L’eternità, così intesa, potrebbe essere concepita come una possibilità della mente. (…) L’attimo, o quantomeno quell’attimo in cui gli amanti si incontrano, inevitabilmente si spegne, il tempo lo divora, ma risplende quando basta perché in esso baleni l’eterno, se ne intuisca l’idea. Gli amanti non conquistano l’eternità. ma il piacere che si desta nell’abbraccio permette loro di poterla vivere almeno come una promessa”.
François Solesmes, in Elogio della carezza, esprime in prosa quella che sarebbe potuta essere una poesia, soffermandosi sul potere della carezza di imprimere ricordi nel corpo e nell’anima: “(…) come spiegare il fatto che alcune di esse appartengano ai nostri più tenaci ricordi e che le nostre mani ne siano rimaste impressionate come lastre fotografiche? Quale amante sensibile non si è sorpreso, diversi giorni dopo, a considerare, a interrogare le sue mani che gli sembravano completamente strane, insolite? (…) Tutto mi ritorna in mente adesso, tutto quello che passava da lei a me attraverso le mie mani e mi colmava di reale. Vedevo, accoglievo una contrada fiorita di grazia – e io ero, noi eravamo nel cuore di questo paese che, come la riva del mare, era illuminato dall’estensione.
E proprio questa sensazione, di dominare una spiaggia, di mani che si staccano da noi per sfiorare la sabbia, radunare la dolcezza sparsa, io l’avevo, l’ho ancora. La spiaggia che fu sotto la mia mano, nel suo spiegamento, ancora oggi rende il mio palmo fluttuante, in espansione. (…) Ah! Che sia reso grazie a Colei che, per essere stata cosi sontuosamente presente sotto le mie mani, vi lasciò questa luminosa immagine che solo le sue forme avrebbero potuto generare. E grazie ancora e soprattutto per la nostalgia di cui Lei caricò queste mani, poiché è cosi che una carezza può lasciare nell’anima una traccia tanto nobile e memorabile quanto quella di una nave che scompare all’orizzonte, di un volo di uccelli migratori, di una foglia morta che cade nel sottobosco
CARESS IT’S NOT JUST A WORD
(8)The caress is memory imprinted in time
Before: (1) When the hand becomes word – (2) The caress is an awakening of the senses – (3) Words cannot always reach us – (4) For the child a caress is development – (5) Our thinking Ego emerges through the skin – (6) The caress leads us to the concept of the infinite – (7) The caress is a mental aperture towards the uniqueness of the other. To follow: (9) A caress is spontaneity unrestrained – (10) Caress as metaphor builds peace – (11) Hope dies without caresses – (12) The caress fights indifference
The fleeting present is immobilized in the eternity of the moment. All the time that “the caress withholds“ exists there where the contact occurs, as Salvatore Natoli writes with regards to Rilke’s poetry: “Lovers are locked in their embrace, hoping never to be unloosed, as if suspended, touching in that touch eternity. But what is eternity? When all is gathered in a single point, everything is resolved in an instant, the instant becomes all, and time disappears … The instant is a door opening on the eternal. Of course. Yet this does not stop us from thinking of the eternal as a different awareness of time or, in any case, as a different way of experiencing, and not as something that subsists in its own right. Eternity, in this sense, could be thought of as a possibility of the mind. (…) The instant, or at least that instant in which the lovers meet, inevitably dies, is devoured by time, but its glow has lasted long enough for a flash of the eternal to appear, for the idea to be intuitively grasped. The lovers do not conquer eternity, but in the pleasure of their embrace they find a promise of eternity.”
In his Eloge de la Caresse François Solesmes expresses in prose what is really more poetry than prose, lingering on the power of the caress to impress memories on the body and the soul: “(…) how can we explain the fact that they belong to our most tenacious memories and have imprinted our hands like photographic plates? What sensitive lover has not caught himself, several days later, considering, questioning his hands, which struck him as completely strange, unusual? (…) I remember everything now, everything that passed between her to me through my hands and filled me with the Real. I saw, I embraced a land overflowing with grace – and I was, we were at the heart of this land that, like the shore of the sea, was illuminated by the extension.
This sensation, of dominating a beach, of hands leaving our bodies to lightly touch the sand, collect the scattered sweetness, was what I had, and still have. The beach that was beneath my hand, in its distension, still today makes my palm float, expand (…) Ah! Thanks be rendered to Her who, by being so sumptuously present under my hands, left this luminous image that only her forms could have generated. And thanks also and above all for the nostalgia with which she invested these hands, for this is how a caress can leave in the soul a trace as noble and memorable as that of a ship disappearing on the horizon, of a flight of migratory birds, of a dead leaf falling in the underbrush.”