Vittorio Gervasi, un dirigente d’azienda di Pescara, in occasione della festa di Tutti i Santi (1 Novembre) ha inviato a un editoriale a La Stampa che ci trova d’accordo.
Ricorre la festa di tutti i santi. È facile associare l’idea di santità ai grandi nomi che la millenaria storia della Chiesa ci ha consegnato. È più difficile associare l’idea di santità all’eroismo quotidiano di chi cerca di rendere straordinario l’ordinario, compiendo i suoi piccoli doveri di ogni giorno con esemplarità. Tanti eroi del quotidiano non saliranno mai agli onori degli altari, ma non per questo sono meno santi.
I santi esistono anche oggi ed è possibile incrociarli lungo la nostra strada. Per esempio, quando incontri un malato terminale capace di dare un senso e un valore alla sofferenza, a tal punto che, con la sua forza d’animo arriva a consolare chi va a trovarlo. O quando incontri un disoccupato che non si lamenta perché chi è raccomandato ha un lavoro e lui no, ma nonostante questo si cerca un’occupazione con la professionalità. 0 quando incontri un politico che sa dire di no a proposte irricevibili pronto a lasciare la poltrona pur di non tradire la sua coscienza. O quando incontri un professore che non passa tutto il tempo a lamentarsi ma sa far scoprire ai suoi studenti la gioia di imparare trasformando lo studio in ristoro dell’intelletto. 0 quando incontri una madre capace di portare a termine una gravidanza difficile avendo chiaro che il più debole è nel suo grembo. 0 quando incontri chi ha sbagliato, anche gravemente, e sa riconoscere il proprio errore e cerca di riparare al danno commesso.
C’è un eroismo del quotidiano che fa impallidire i finti protagonisti della scena mediatica che purtroppo popolano il nostro tempo. Chi trasforma la prosa quotidiana in poesia, fa della vita umana un cammino di eccellenza. Questi santi non sembrano essere la maggioranza, o se lo sono, sono talmente silenziosi che non lo sembrano affatto. Voglio ringraziarli ad uno ad uno, perché dimostrano che la santità è alla portata di tutti. 0 meglio, di tutti quelli che credono che il mondo appartiene a chi è più capace di amarlo.