QUELLO CHE UNA DONNA OPERATA AL SENO DEVE SAPERE


Grahan Burrough, The viewing, 1975, Litografia.

Grahan Burrough, The viewing, 1975, Litografia.

La malattia oncologica richiede sempre un lavoro di Gruppo sia per quanto riguarda la fase diagnostica (radiologo – chirurgo – medico nucleare) che la fase terapeutica (chirurgo, patologo, oncologo, radioterapista). Ne consegue che, anche dopo l’intervento chirurgico, occorre utilizzare la professionalità di più specialisti per migliorare le possibilità di conoscenza e di trattamento della malattia.

 

PATOLOGO
L’anatomo-patologo è in grado di fornire parametri biologici della malattia molto più specifici e significativi di quelli basati sulla semplice misurazione del volume del nodulo e sulla probabilità dell’interessamento linfonodale. In mancanza dell’esito scritto di tali parametri, disponibile in media dopo 10 giorni dall’intervento, è difficile fare previsioni su quelle che saranno le cure successive.
Abbi quindi la pazienza di aspettare tali esiti prima di fare previsioni che potrebbero risultare inutilmente angoscianti.

ONCOLOGO
Tutte le donne con patologia oncologica debbono recarsi con l’esito istologico, completo dei suddetti parametri, da un oncologo che stabilirà un programma di cure e/o di controlli. L’oncologo di riferimento è scelto in base alle preferenze della paziente o del suo medico curante, oppure in base alla vicinanza domiciliare.

La decisione finale sui trattamenti successivi all’intervento è una prerogativa dell’oncologo quindi è poco utile chiedere al chirurgo quali terapie dovranno essere fatte dopo l’intervento.

Per alcune donne potrebbe essere consigliabile effettuare una valutazione oncologica ancor prima dell’intervento chirurgico allo scopo di ritagliare su misura un programma terapeutico non convenzionale ma personalizzato, formulato in base ad alcune caratteristiche della malattia.

Le donne che effettuano un trattamento oncologico prima dell’intervento non devono considerarsi inoperabili ma solo da operare al momento giusto.

RADIOTERAPISTA
In tutti i casi di patologia oncologica in cui la mammella viene conservata (tumorectomia, quadrantectomia…) , è di norma effettuata, indipendentemente dalle caratteristiche della malattia, una terapia radiante sulla mammella residua in maniera da rendere ancora più efficace il trattamento locale.

Effettuare la radioterapia dopo una chirurgia conservativa è la prassi ed è indipendente dagli altri trattamenti complementari (chemioterapia, ormonoterapia)

INFINE…
Data la grande varietà di situazioni, sia di malattia che personali, è importante che la comunicazione con i medici sia chiara, almeno per quanto possibile in base alle conoscenze disponibili. Non abbiate timore di chiedere, o di chiarire aspetti di cui siete a conoscenza attraverso altre persone o altri mezzi di comunicazione: una buona informazione migliora la qualità della vita.