Alfonso M. Pluchinotta (ed.) in collaborazione con Oreste Gentilini, Giorgio Macellari, Virgilio Sacchini e Gianni Saguatti. Presentazione di Armando Giuliano.
Springer, Switzerland, 2015. Disponibile anche come e-book
Marginalmente alle attendance di alcuni Congressi può capitare di incontrare dei colleghi con cui ci si trova in sintonia e discutere con loro alcuni aspetti della pratica senologica quotidiana. Quando questi sono poi dei veri Maestri, l’esperienza diventa entusiasmante e desideri di poterla ripetere. E’ quanto mi è successo con Uccio Querci della Rovere per un periodo non breve prima della sua prematura scomparsa.
Gli insegnamenti di Uccio sono stati innumerevoli anche al di fuori del piano scientifico: il vero Maestro non solo insegna ma anche ispira; ogni donna è una biografia unica fatta di storie diverse dentro e attorno a lei; la malattia può essere reale ma anche solo vissuta come esperienza pregressa o come rischio futuro; le linee guida non sono one fits all; la qualità del tuo lavoro dipende anche dalla qualità della persona che sei; quello che comunichi è poca parte di quello che è scientifico e molta parte di quello che interpreti; la giusta comunicazione non è quella che è appropriata ma quella che ottiene il risultato; e molti altri ancora.
Da qui è nata l’idea di un libro che comprendesse molti dei suoi suggerimenti di là delle conoscenze scientifiche. Un libro rivolto soprattutto ai giovani, quelli che abitualmente gestiscono la pratica ambulatoriale, talora in assenza di training e di mentoring. Dopo qualche perplessità dovuta al rischio di uscire dalle righe, il libro è partito anche per l’incoraggiamento di Armando Giuliano che ha subito colto alcuni aspetti originali del nostro lavoro. Inoltre, arricchito da più di sessanta disegni didascalici e altrettante foto cliniche, il libro ha avuto dalla Springer una bella veste editoriale.
Nel testo particolare cura è stata data ad aspetti ancora poco chiariti della pratica clinica come la definizione del rischio familiare e genetico, la patologia benigna soprattutto nelle lesioni limite, il significato complessivo della plurifocalità e della bilateralità, la necessità di considerare a parte le malattie orfane di trattamento come il carcinoma della mammella maschile, quello infiammatorio, il carcinoma di Paget così come quello in età molto giovane o molto anziana.
Come tutti i libri avrà sicuramente delle carenze ma più di altri sottende messaggi, puntualizzati dai numerosi clinical practice points sparsi nel testo. Messaggi che vorrebbero perpetuare l’ispirazione dataci dai nostri Maestri, che hanno saputo vedere oltre i nostri errori non per biasimarli ma per mostrarci la giusta direzione. (Alfonso M. Pluchinotta)